di Lant Ator
La “Rosa dell’Isonzo” sarà grande protagonista in questo fine settimana a Gradisca. Da oggi a domenica, infatti, nella cittadina della fortezza si terrà la prima Fiera-mercato dedicata all’ormai celebre radicchio invernale, che sarà al centro in piazza Unità di invitanti iniziative: degustazioni, show cooking, incontri con i produttori. E altri motivi per fare festa intorno a questo prodotto. La “Rosa dell’Isonzo” è un radicchio che viene prodotto nella fertile area che lo storico fiume bagna da Gorizia a Fiumicello ed è coltivata da 23 produttori. La sua nascita ha visto la partecipazione, oltre che degli agricoltori, dell’Istituto tecnico agrario “Giovanni Brignoli” di Gradisca che ha coordinato l’organizzazione e che attualmente si sta occupando della selezione delle sementi, nonché delle tecniche di coltivazione e di forzatura. Anche l’Ersa è coinvolta con attività di ricerca e sviluppo. Il radicchio viene seminato in pieno campo ad agosto e lasciato crescere fino a novembre. Dopo le prime brine, viene raccolto e portato in “forzatura” ovvero in luogo caldo e buio, in modo da stimolare la crescita della “rosa”. Proprietà? Ha molte caratteristiche benefiche, contiene poco azoto e rappresenta un ottimo alimento invernale.
L’alpinista Danilo Gervasi
stasera a Nimis racconta
Ha portato a oltre 7 mila metri di quota, nell’Asia Centrale, i simboli a lui più cari: innanzitutto, lo stemma del suo Comune, Nimis, di cui è stato anche sindaco, e quello del Friuli storico, con l’aquila patriarcale. Ma anche quello dell’Afds, l’associazione dei donatori di sangue alla quale è da sempre generosamente legato, e quello di San Benedetto riprodotto in una miniatura medioevale e adottato come distintivo da Comunione e Liberazione. Simboli riuniti tutti in un’unica bandiera, arrivata sulla vetta del Peak Lenin. Protagonista di questa esaltante impresa è stato Danilo Gervasi, 60 anni, informatico per professione e alpinista per hobby. E di quest’avventura sulla maestosa cima del Pamir, in Kirgyztan (il Paese si trova sopra l’India e al confine occidentale con la Cina), ha voluto rendere partecipe tutta la comunità di Nimis, tanto da organizzare la già annunciata serata, sicuramente emozionante, che si terrà oggi, 15 febbraio, alle 20.30, nella sala teatro dell’oratorio parrocchiale di Nimis, durante la quale verrà proiettato un video-diario che racconta proprio la scalata dell’agosto scorso.
Ecco Danilo Gervasi durante la scalata alla cima asiatica.
Grande Guerra, Cervignano
rievoca il Tribunale militare
Le celebrazioni per il secolo dalla Grande Guerra si sono ormai concluse ovunque, ma a Cervignano c’è proprio oggi, 15 febbraio, una “coda” molto interessante. Alle 18.30 nella Casa della Musica, in largo Bradaschia, ci sarà infatti la presentazione del libro “Il regime penale nell’Esercito Italiano durante la prima guerra mondiale. Il Diario del colonnello Raffaello Mocali presidente del Tribunale militare di Cervignano”. Relatori Paolo Gaspari e Giorgio Milocco con la partecipazione degli attori Francesco Accomando e Tullio Svettini, assieme al CoroCosì di Ruda. L’evento è stato realizzato in partenariato con il “Progetto Casa della Musica”.
E Buttrio riscopre
il conte di Toppo
San Valentino, patrono pressoché universale degli innamorati, è stato celebrato ieri, ma c’è da segnalare una bella iniziativa in programma per domani, 16 febbraio, al Museo della Civiltà del vino, a Buttrio, dal titolo “Francesco di Toppo e i suoi amori: Antonietta, Buttrio ed il vino”. Sarà così ripercorsa la storia dell’ultimo conte di Toppo e del suo legame con l’amata moglie, l’adorato paese e il frutto delle colline. Ma come sarebbero oggi i vini del conte Francesco? Lo si potrà scoprire proprio domani con una degustazione speciale a cura dell’azienda agricola Croatto di Buttrio. Dalle 11 alle 16 ci sarà la visita con partenza dal Museo della Civiltà del Vino. Per ulteriori informazioni 3471571072 oppure unagitainvilla@yahoo.it o ancora iat@comune.buttrio.ud.it
I vini alla “cieca”
al castello di Rubbia
Avete mai sentito parlare di degustazione alla “cieca” di un vino? Ma cosa significa? Bisogna essere bendati? L’etichetta della bottiglia deve essere coperta? Il calice di vino dev’essere scuro? Quanti tipi di degustazione alla “cieca” ci sono? Sono tutte domande interessanti e che avranno risposta domani, 16 febbraio, durante un’ esclusiva degustazione appunto alla “cieca” che si terrà nella suggestiva cantina del castello di Rubbia, a Savogna d’Isonzo. L’incontro è in programma alle 17. Durante l’evento, della durata di circa quattro ore, i partecipanti analizzeranno il vino, ma non solo. Vivranno, infatti, un percorso sensoriale molto coinvolgente che, partendo da un’esclusiva visita in cantina, accompagnerà fino alla degustazione guidata. Verranno fornite le basi per affrontare le degustazioni alla cieca del vino e del vino abbinato al cibo. Un esame olfattivo e di gusto che diventerà un gioco, guidato da Nataša Černic Furlan, titolare dell’azienda, assieme a Giovanni Munisso, un coinvolgente animatore del vino. Per ulteriori informazioni per le prenotazioni: info@vinoesapori.it, telefono 0432611401 oppure 3804725486. Il progetto è realizzato da Vino e sapori Fvg con la collaborazione del Movimento turismo del vino Friuli Venezia Giulia.
Una degustazione alla “cieca”.
Caffè questo sconosciuto
a Trieste nuovo cenacolo
E dal vino passiamo al caffè, l’aromatica bevanda che ritma le nostre giornate. L’associazione Museo del Caffè di Trieste, presieduta da Gianni Pistrini, ha infatti promosso e organizzato il quinto cenacolo dell’anno 2018/19 che si terrà giovedì 21 febbraio, alle ore 17, nella sala San Giusto dell’hotel Savoia Excelsior, in riva del Mandracchio, 4, a Trieste. Dove si terrà appunto una conferenza del ciclo “Il caffè: questo famoso sconosciuto”. Come dire che di questa bevanda popolarissima in effetti si sa ben poco. E allora ci aiuterà a saperne di più, proprio nella città del caffè per eccellenza, il professor Giorgio Grazioli. Seguirà una degustazione. Ovviamente di caffè!
A tutto caffè al nuovo cenacolo di giovedì prossimo a Trieste.
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In copertina, la Rosa dell’Isonzo.